Pubblicato sulla rivista "Storia Urbana n° 149", edita da Franco Angeli un mio artciolo sulla modalità di "infrastrutturazione montana" della zona dall'Adamello al Garda.
Con questo termine, nell'articolo, si è voluta definire una modalità di occupazione militare dei territori bresciani coinvolti nella Prima Guerra Mondiale basata essenzialmente su una capillare rete viabilistica volta a portare le azioni militari sull'allora confine con l'Impero Austro-Ungarico.
Questa azione progettuale fu fortemente voluta dai comandi militari con una connotazione ben definitia e precisa: infatti, nei dispacci di allora si parla della necessità di collegare la prima linea in parallelo, così da collegare i vari capisaldi posizionati sui crinali montani , e perpendicolarmente, così da unire la prima linea con il fondovalle e le altre strutture difensive.
Nell'articolo si analizza come questa direttiva fu applicata sul territorio in esame e con che modalità tecniche costruttive, mettendo in evidenza un'assoluta efficenza in tal senso dell'Esercito italiano che operò tali collegamenti facendo fronte a situazioni orografiche estreme con opere ardite e fortemente innovative per l'epoca.
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