Le microarchitetture sono architetture che a discapito del nome non sono definite dalle loro dimensioni, ma da un approccio progettuale che ha lo scopo di minimizzare l'impatto complessivo su una varietà di aspetti eterogenee. Questo modo di operare serve a prevenire gli effetti deleteri che non sono immediatamente percepibili al momento della costruzione
Successivamente alla crisi economica del 2008, originatasi nel settore immobiliare degli Stati Uniti e che ha avuto un impatto significativo anche in Italia, causando una forte riduzione degli investimenti e una contrazione del settore delle costruzioni è emersa la necessità di una profonda riflessione sul significato stesso dell'architettura. Di conseguenza, il modo di concepire l'architettura è cambiato, passando dalla quantità alla qualità del costruire.
Tuttavia, questo cambiamento si è concentrato principalmente sugli aspetti energetici e strutturali, tralasciando l'essenza stessa della progettazione; per questo motivo la ricerca portata avanti in questi anni si propone di ridiscutere l'approccio metodologico e di creare un nuovo rapporto tra il progetto e la complessità dei territori.
Questa attività ha evidenziato che il moderno processo di progettazione deve unire le due anime principali dell'architettura: la conservazione-restauro e la progettazione del nuovo.
Per quasi due secoli, queste due discipline sono state distanti, se non in conflitto, e mentre il progetto del nuovo si è concentrato sugli sviluppi tecnologici, spesso trascurando le esigenze degli utenti e del territorio, il restauro si è evoluto ponendo al centro il rispetto del manufatto e del suo contesto promuovendone il riuso.
Attingendo al lessico della conservazione, il progetto del nuovo può rigenerarsi e contribuire a una rigenerazione urbana che si basa su principi come il minimo intervento, la reversibilità, e il riappropriarsi di un ruolo sociale di mediazione tra la popolazione e il territorio.
Un progetto di microarchitettura, infatti, deve sorgere come l'unica soluzione praticabile, dopo aver scartato tutte le opzioni che avrebbero un impatto più massiccio sul territorio e sul vivere delle persone.
In questo contesto nasce la necessità di una ricerca che definisca un nuovo modo i progettare secondo questi dettami.(English version below)




English version:
Micro-architectures are architectural forms that, despite what their name might suggest, are not defined by their size but by a design approach aimed at minimizing the overall impact on a variety of heterogeneous aspects. This way of operating serves to prevent the harmful effects that are not immediately perceptible at the time of construction.
Following the 2008 economic crisis, which originated in the U.S. housing market and had a significant impact in Italy as well—causing a sharp reduction in investments and a contraction of the construction sector—it became necessary to deeply reflect on the very meaning of architecture. Consequently, the way architecture was conceived shifted from a focus on quantity to one on the quality of building.
However, this change has been mainly concentrated on energy and structural aspects, while neglecting the very essence of design. For this reason, the research carried out in recent years aims to reconsider the methodological approach and to create a new relationship between architectural design and the complexity of territories.
This work has highlighted that the modern design process must bring together the two main souls of architecture: conservation-restoration and new design.
For nearly two centuries, these two disciplines have remained distant, if not in conflict. While new design has focused on technological developments—often neglecting the needs of users and the territory—restoration has evolved by placing respect for the artifact and its context at the center, while promoting its reuse.
By drawing from the lexicon of conservation, new design can be regenerated and contribute to an urban regeneration based on principles such as minimal intervention, reversibility, and the recovery of architecture’s social role as a mediator between people and territory.
A micro-architecture project, in fact, should emerge as the only viable solution, after discarding all options that would have a heavier impact on the territory and on people’s lives.
In this context, arises the need for research that defines a new way of designing according to these principles.


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